Mercoledì 28 Febbraio, è andato in scena al Teatro La Filarmonica di Corciano “Dialogo di una prostituta con un suo Cliente” di Dacia Maraini, regia di Guglielmo Ferro.
Manila, interpretata da Simona Cavallari, lavora come prostituta, il suo giovane cliente, interpretato da Federico Benvenuto, arriva in questa camera desolata, che è scenografia dello spettacolo, per soddisfare i propri desideri carnali, come padre tramanda.
Lo spettacolo avrebbe lo scopo di far emergere l’universo femminile nelle sue poliedriche sfaccettature, nel quale Manila si rifiuta di diventare merce per quell’uomo, ragazzo, che si offre di amarla e proteggerla, ma, nel corso del dialogo emerge il bluff perverso, dove si comprende come il giovane uomo, alla fine, voglia solo che lei diventi suo “possesso”, come merce da proteggere ed avere.
Gli ingredienti Dacia Maraini li mette tutti, specialmente se contestualizziamo il testo in quegli anni 70, in cui femminismo e politica fanno da cornice alla figura di donna, in cerca della sua voce e del suo grido di rivincita.
La Maraini vuole mettere in discussione la società patriarcale e il ruolo femminile in essa, la prostituta è la condizione della donna in un contesto culturale patriarcale, in cui lo sfruttamento sessuale femminile ne è rappresentazione emblematica.
Manila, stigmatizzata ed emarginata dalla società che si sente “cosa guardata” per poi viversi come animale, per la scrittrice vuole essere strumento ed emancipazione nella lotta per la liberazione dal predominio maschile, in una volgarità vestita nella superficie e non vissuta nell’essere. La Ninna nanna finale è un canto liberatorio di un futuro Femminile
“Ninna ninna ninna bella bambina dormi non pensare al tuo futuro
ti cucirò le labbra con lo spago per non avere la tentazione di baciare
dirai che la tua mamma era una strega dirai che la tua mamma era una fata
… quando sarai grande vivrai solo fra donne diventerai una strega, diventerai una fata.”
Lo spettacolo non ha la potenza delle sue parole, tanta energia poteva esplodere dietro tutto questo ma, purtroppo, la sensazione vissuta è quella di aver assistito ad un turpiloquio elementare … dove a predominare è la volgarità e non la ferocia dei pensieri.
Sonia Lustrino